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Chiesa di San Rocco

Il primo edificio risale al 1527, ma  verso la fine del ‘700 la Chiesa di San Rocco fu completamente ristrutturata.
Indirizzo Via del Teatro, 60010 Ostra AN, Italia
Punti di contatto
Cap 60010
Modalità di accesso

La Chiesa di San Rocco è facilmente accessibile a tutti.

Il primo edificio risale al 1527, ma  verso la fine del ‘700 la Chiesa di San Rocco fu completamente ristrutturata. Conserva dipinti di Giovanni Brandi da Poli, della bottega di Pietro da Cortona e, probabilmente, della bottega di Federico Barocci, un organo del 1771 del famoso organaro padovano Gaetano Callido.

Costruzione avviata nel 1527, quando venne avanzata la proposta di edificare una chiesa dedicata al Santo taumaturgo. Già dall’entrata nell’unica navata, l’occhio del visitatore è colpito dalla ricchezza delle decorazioni. Lo stile, Barocco – che segue il Rinascimento -, genera forme architettoniche tra le due correnti: colonne, pilastri, cornicioni, trabeazioni, modanature elementi “presi in prestito” dalle rovine classiche.

Lo sfarzo e l’ostentazione di stucchi bianchi e dorati ed altre forme di decoro, avevano il consapevole scopo di evocare una visione di gloria celeste. Architetti, scultori pittori e artigiani furono chiamati per realizzare in questa chiesa una “mostra d’arte” capace di travolgere con lo splendore e di attirare e persuadere non solo l’analfabeta ed istruirlo con le parole di Dio, ma anche lo scettico, che questa volta aveva “letto troppo”. Verso la fine del ‘700 la Chiesa fu completamente ristrutturata e subì una specie di "rotazione".

L’ingresso fu trasformato in abside e fu spostato sul lato destro previo lo spostamento dell’altare maggiore. Presenti anche delle tele opera di Giovanni Brandi da Poli, della bottega di Pietro da Cortona e, probabilmente, della bottega di Federico Barocci.

Tutte le tele, tranne quella dell’altare maggiore, sono segnate dal sigillo di ceralacca, con il quale venivano identificate le opere di prestigio, destinate a seguire le truppe Napoleoniche in Francia. Nella parete di fronte all’altare maggiore si mostra la cantoria con il mobile dove al suo interno si trova un organo del 1771 del famoso organaro padovano Gaetano Callido. Dell’antico monastero è ancora oggi possibile visitare il refettorio, che conserva integre le tavolate e il rivestimento in legno di noce.

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